Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Marco Sannella del nostro direttivo: una riflessione sulla commemorazione del 16
ottobre ’43, anniversario della deportazione del ghetto di Roma, sottratta al revisionismo e libera dal mito del
"buon italiano".
"Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
ha commemorato il 73° anniversario della Razzia, e Deportazione/”Sterminio”,aggiungiamo noi, del Ghetto
di Roma tra reticenze e mezze verità.
In sintonia, peraltro, con i commenti della stampa mainstream. In
sostanza si deresponsabilizza, si banalizza, si attenua sino a cancellare il
ruolo degli italianissimi fascisti.
Rimane il ruolo ampiamente documentato
della barbarie nazista.
Giova, viceversa, ricordare la solerzia
collaborativa delle unità amministrative e militari del giovane Governo
fantoccio della Repubblica Sociale Italiana. La collaborazione delle autorità e
degli uffici delle Prefetture e dei Comuni della RSI risultò fondamentale per
agevolare enormemente il compito dell’Ufficio IV B della Centrale di Sicurezza
del Reich, agli ordini di Theo Dannecker e Herbert Kappler, direttamente
inviati da Eichmann in Italia. Le liste del censimento del 1938, con gli
aggiustamenti successivi, permisero e furono indispensabili per
l’individuazione ed il rastrellamento degli ebrei romani. Come d’altronde
furono essenziali le segnalazioni e denunce dei fascisti italiani per i primi
massacri degli ebrei del Lago Maggiore e per la deportazione degli ebrei di
Merano nel settembre 1943. La retata del 16 ottobre fu la più rilevante tra
quelle compiute in Italia, anche per il carattere dimostrativo e intimidatorio
e apparentemente al di fuori di un piano sistematico. I 1023 ebrei romani
costretti a salire su vagoni piombati transitarono per il Campo di Fossoli, campo
di concentramento e transito gestito dalla polizia fascista, e furono diretti
al Campo di sterminio di Auschwitz. In ultimo, ricordiamo che il 16 ottobre non
mancò il solito rituale di orientamento dell’opinione pubblica da parte dei
fascisti: la mattina della retata al Portico d’Ottavia il quotidiano romano “Il
Messaggero” pubblicò l’editoriale antisemita Il nemico numero uno.
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