Truppe italiane a Lubiana |
Giornata del Ricordo: il nostro comunicato. Contro ogni provocatoria strumentalizzazione.
Nel 2004 con legge n. 92 la Repubblica istituiva nella data del 10 febbraio
– anniversario della firma nel 1947 del trattato di pace con l’allora
Jugoslavia – la Giornata del Ricordo per conservare e rinnovare la memoria
della tragedia delle foibe e della più complessa vicenda dei confini orientali
che, dalla prima guerra mondiale, rappresentavano un nervo scoperto nel cuore
dell’Europa.
La Giornata del Ricordo pone al centro la volontà di fare i conti con
questa tragica stagione, senza strumentalizzazioni e senza confondere la guerra
di aggressione della Germania nazista e dell’Italia fascista, suo subalterno
alleato, che, in territorio balcanico, schierò i suoi militi del battaglione
Mussolini e la feroce X Mas, con le sofferenze dei civili e dei morti nelle
foibe.
Spregiare la lotta di liberazione del popolo italiano e sostenere che,
siccome ci furono le foibe, la Resistenza e il fascismo, allora, si
equivarrebbero, sarebbe follia, e la follia confusionaria di questa posizione,
ad arte costruita e cavalcata dalla destra, non aiuta né un’autentica
conoscenza storica, né la solidità della nostra democrazia.
È importante acquisire i drammatici avvenimenti del confine orientale come
parte integrante della nostra vicenda nazionale, radicarli nella nostra memoria
con la consapevolezza che tanta efferatezza fu la tragica conseguenza delle
ideologie nazionalistiche e razziste propagate dai regimi dittatoriali
responsabili del secondo conflitto mondiale.
Il 16 gennaio scorso l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha
organizzato un convegno nazionale sulla dolorosa vicenda dei “confini
orientali” producendo con il contributo di storici e studiosi un’indagine che
aiuta a capire e che mostra con tutta chiarezza come l’antifascismo italiano
sia in prima linea nel voler indagare in questa stagione di sangue, facendosi
carico dell’orrore e degli errori, dei lutti e delle complessità perché solo la
verità è il motore della storia e la radice del futuro.
Non ammettiamo che la Giornata del ricordo venga provocatoriamente
strumentalizzata dalla destra estrema e da CasaPound, i cui militanti si
dichiarano “ fascisti del terzo millennio”. È significativo sottolineare che
CasaPound porta il nome di Ezra Pound, poeta americano sostenitore del
fascismo. Basterebbe leggersi i discorsi radiofonici di Ezra Pound, pronunciati
tra il 1941 e il 1943, diretti ai cittadini americani e inglesi, per cogliere
una visione del mondo all’insegna del complotto ebraico, condotto secondo lo
stesso Pound attraverso il potere del denaro, l’usura e la massoneria. Una
lettura, quindi, classicamente antisemita che si contrappone ai principi sanciti
dalla Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, ai valori e alle regole
della convivenza civile.
Non è più oltre tollerabile che le strade della nostra città vengano
ripercorse in schieramento paramilitare (come abbiamo visto ancora una volta ai
primi del novembre scorso) da fascisti che spregiano la Repubblica antifascista
e ripropongono con il braccio levato nel saluto romano il proprio oltraggio
alla Costituzione e alle norme della Repubblica.
Mentre denunciamo il persistente silenzio delle istituzioni e, con estrema
preoccupazione, vediamo disatteso l’orientamento politico espresso dal Consiglio
Comunale di Pavia con l’ordine del giorno antifascista dello scorso aprile,
chiedendoci come mai ci voglia tutto questo tempo per stendere un regolamento
efficace per impedire ai gruppi razzisti, nostalgici del nazifascismo e
omofobi di accedere a spazi comunali, incluso il terreno pubblico usato per
banchetti di propaganda xenofoba. Invitiamo i cittadini e gli antifascisti alla vigilanza democratica, ricordando che tutti i documenti dell’ANPI sulla vicenda dei confini orientali sono accessibili in rete.
efficace per impedire ai gruppi razzisti, nostalgici del nazifascismo e
omofobi di accedere a spazi comunali, incluso il terreno pubblico usato per
banchetti di propaganda xenofoba. Invitiamo i cittadini e gli antifascisti alla vigilanza democratica, ricordando che tutti i documenti dell’ANPI sulla vicenda dei confini orientali sono accessibili in rete.
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