Ringraziando il Centro Servizi Volontariato che lo ha pubblicato sul proprio blog, riproponiamo anche qui il nostro testo di riflessione sulla Giornata della Memoria. Eccolo :
“La
memoria” –scrive Marek Edelman
– uno dei giovanissimi combattenti di Varsavia che, tra le fogne e le macerie,
per oltre dieci giorni guidò la rivolta del ghetto ebraico, misurandosi in una
disperata asimmetria di armi e uomini
contro i plotoni tedeschi e le SS - va
tutelata e protetta perché è lo strumento che oggi e qui ci aiuta a “scegliere tra il bene o il male”, tra la
ragione o la follia, tra le sopraffazioni e gli indifferenti silenzi o le
politiche di pieno rispetto e di progressivo allargamento dei diritti di ogni
persona.
giovani combattenti del ghetto |
In
questo spirito, la sezione ANPI Onorina Pesce Brambilla partecipa alla Giornata
della Memoria, che coincide con la liberazione del lager di Auschwitz da
parte delle avanguardie dell’esercito russo, così descritta da Primo Levi: “la prima pattuglia russa giunse
in vista del campo verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945. Fummo Charles ed
io i primi a scorgerla: stavamo trasportando alla fossa comune il corpo di
Sòmogyi, il primo dei morti fra i nostri compagni di camera. Rovesciammo la
barella sulla neve corrotta, ché la fossa era ormai piena…erano quattro giovani
soldati a cavallo, che procedevano guardinghi, coi mitragliatori imbracciati,
lungo la strada che limitava il campo. Quando giunsero ai reticolati, sostarono
a guardare, scambiandosi parole brevi e timide, e volgendo sguardi legati da
uno strano imbarazzo sui cadaveri scomposti, sulle baracche sconquassate, e su
noi pochi vivi”.
Tra le molteplici iniziative delle ANPI della
provincia, noi di Pavia abbiamo patrocinato la MOSTRA documentaria “TRASPORTO 81” realizzata
dall’Associazione Ex Deportati Italiani, uno spaccato della storia di Teresio
Olivelli, ucciso nel campo di Hersbruck, e delle storie dei nostri concittadini
deportati, perché di fede ebraiaca, come Giovanni Alt, o perché antifascisti,
come Guido Magenes e Ferruccio Belli, un cattolico e un comunista, accomunati
nella stessa rivolta, morale e materiale, contro la dittatura e la sua
barbarie.
Dopo
la partecipazione all’inaugurazione della Mostra (Sala Sapere Broletto 23-30
gennaio), come già due anni fa, saremo anche ad una iniziativa di Arci Gay
prevista il primo febbraio. La follia sterminatrice del Reich si accanì infatti
contro chi, o perché gay, o perchè di origine rom o sinti, o perché portatore
di handicap, era considerato sub umano indegno di vivere, di inciampo e
pericolo per la continuità e la intangibile purezza della bionda e perfetta
razza ariana.
Ad
arte, costruendo nell’opaca indifferenza di tanti, il delirante concetto di
nemico razziale, il Reich di Hitler unificò attorno ad esso il sentire della
nazione, facendo di delazione, persecuzione, umiliazione e deportazione il
magma infernale che gradualmente partorì l’universo concentrazionario dei
lager, perfettamente funzionante grazie anche al non trascurabile impegno di
cittadini comuni, quelli che lo storico Daniel Goldhagen definisce“ i
volenterosi carnefici di Hitler”, giuristi e giudici coinvolti nella confisca
dei beni, medici coinvolti nelle selezioni dei deportati, scienziati che
avvallarono la teoria della purezza razziale e che, dei deportati, fecero cavie
da esperimento, fino ai macchinisti dei treni bestiame diretti verso i campi
dell’est e ai chimici che nel tempo misero a punto il gas perfetto : il cyclon
b.
I
germi dell’odio razziale sono forse assopiti, ma non certo morti per sempre:
essi affiorano nella parte oscura di nazioni, popoli e persone che, sedotte
dalle vacue parole d’ordine della destra xenofoba, nera e verde, forse,
plaudirebbero al marchio della parola “nemico” sulla carne martoriata di uomini
donne e bambini profughi e richiedenti asilo".
Annalisa
Alessio ( Direttivo Sezione ANPI Onorina Pesce Brambilla)
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