Riceviamo e pubblichiamo con piacere una riflessione di Marco Sannella ( Direttivo sezione ANPI Onorina Pesce Brambilla ) sulla situazione della Grecia
"Il Presidente nazionale dell’ANPI
Carlo Smuraglia si augura, in un recentissimo intervento sulla crisi greca, che
il socialismo europeo possa ritrovare la sue radici, improntate ad eguaglianza
e “sensibilità” sociale, non limitandosi a ratificare rigore ed austerità.
Il Presidente Smuraglia ha colto
uno degli aspetti chiave dell’attuale vicenda, l’eclisse totale, il fallimento
della Socialdemocrazia; alla luce di quelle che furono la sue radici,
ovviamente.
Reciso, quindi, ogni legame coi
movimenti operai e democratici il socialismo europeo ha fatto proprie, negli
ultimi decenni, le ragioni delle Oligarchie europee, dei Sovrani della Troika e
delle economie nazionali più forti ed aggressive, facendosi interprete di un
articolato processo di ristrutturazione sociale radicale; per intenderci, di un
processo ancora in atto che prevede il superamento totale e la sostituzione del
modello sociale postbellico, che sotto la pressione dei movimenti democratici e
dei lavoratori organizzati si era incentrato in un’ottica inclusiva, Welfare
pubblico con contenimento delle sperequazioni, con un modello neo oligarchico
ove ha funzione direttiva e plasmatrice la “giustizia dei mercati globali”,
modello che esaspera la coppia povertà pubblica e ricchezza privata.
In poche parole la (ri)nascita di
un’Europa delle caste refrattarie ad ogni democrazia sostanziale. Un progetto
trasparente e coerente che rovescia non solo il sogno e la realtà della
stagione dei diritti conquistati negli anni del conflitto sociale, ma rovescia
pure le più genuine aspirazioni dei nostri costituenti. La giustizia sociale
come un desueto feticcio e qualche dispiacere nel dilagare della disoccupazione
funzionale alla concentrazione delle ricchezze.
Un’Eurozona, tra l’altro, sorda
ed incapace di affrontare le guerre ai suoi confini, con il suo carico di
profughi, diseredati e migranti.
Non stupisce allora l’indecente e
vergognoso atteggiamento del presidente del parlamento europeo, con nessuna
richiesta di dimissioni, relativa al referendum di Atene, le prese di posizione
del vicecancelliere socialdemocratico Sigmar Gabriel, più oltranzista della
stessa Merkel, sino all’esplicita dichiarazione del ministro Padoan che
sottolinea “non è l’Europa che sta facendo fallire la Grecia, ma caso mai le
scelte del governo greco”, chiaro ed estraneo all’orizzonte di furbizia che
caratterizza il nostro Presidente del Consiglio, chiaro nel ricondurre il
problema ad un problema politico, il problema è Tsipras, il blocco sociale che
va delineandosi in Grecia, soggetti in carne ed ossa che hanno innescato
concretissimi conflitti contro una pretesa ragion pura economica, in realtà
contro gli assetti antidemocratici, contro la possente regressione in atto
nell’odierna Europa.
Per chi ha a cuore sensibilità
democratica e sensibilità sociale la scelta di campo è evidente, la lotta senza
quartiere al modello sociale che, grazie alla crisi, sta strutturandosi parte
oggi dalla Grecia, chissà forse domani ci sarà anche la Spagna. La tecnocrazia europea
l’ha capito."
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