Pubblichiamo integralmente il comunicato delle sezioni ANPI di Pavia e della Rete Antifascista, quale contributo alla riflessione aperta dopo il Presidio Anifascista di sabato 7 febbraio al Mezzabarba.
"Nell' esprimere la nostra riprovazione per l’orribile messainscena di
morte, posta in essere ieri, presso l’ingresso del Comune, vogliamo riportare
l’attenzione sul presidio antifascista di sabato 7 febbraio organizzato dal
Comitato Provinciale Antifascista cui hanno aderito, con una forte
partecipazione, le sezioni ANPI di Pavia e la Rete Antifascista Cittadina.
Il Presidio di sabato ha
ribadito che Pavia è antifascista e ripudia ogni sigla di matrice fascista,
condannando la reiterata presenza di Casapound, in quanto formazione di stampo
neofascista e xenofobo, contraddistintasi per numerose aggressioni a chi è
riconosciuto dai revisionisti del terzo millennio come “diverso”: da Samb Modou e Diop Mor nel 2011 a Firenze, ad Emilio
Visigalli nel 2015 a
Cremona.
La
piazza di sabato
non si è barricata nei palazzi, ma che si è mostrata a viso aperto, rispondendo
civilmente e senza violenza alle provocazioni fasciste, rivendicando così la
sua piena lealtà alla Costituzione e ai valori della Lotta di Liberazione
nazionale.
Se, con la nostra
mobilitazione, e d’intesa con il
Sindaco, siamo riusciti ad ottenere che Casa Pound fosse relegata in un
angolo, seppure significativo della nostra città, chiediamo che le
organizzazioni neofasciste, con le loro parodie militari e i loro saluti romani,
non abbiano più alcuna agibilità politica nella nostra città e che Casapound
venga sciolta per la sua natura dichiaratamente anticostituzionale.
Chiediamo alle
istituzioni preposte di sbarrare il passo a chi diffonde odio e razzismo,
evitando, da oggi in avanti, di concedere spazi pubblici a sigle che offendono
la Costituzione, la memoria civile e la coscienza democratica della città,
nello spirito dell’ordine del giorno antifascista già iscritto ai lavori di un
prossimo Consiglio Comunale.
Chiediamo che le
istituzioni repubblicane svolgano interamente il dovere che la Costituzione
nata dalla Resistenza loro affida, trovando inqualificabile che un senatore
della Repubblica sia stato presente in piazza Vittoria, accanto al banchetto
non-autorizzato di Forza Nuova.
Chiediamo che il
Questore di Pavia si assuma le responsabilità di ogni singolo fatto accaduto in
città sabato pomeriggio, per aver autorizzato quattro manifestazione e presidi
paralleli, nonostante la manifesta preoccupazione del Sindaco, del Presidente del Comitato Unitario
Antifascista Provinciale, dell’ANPI e
dei democratici tutti, bloccando l’intera città, creando disservizi e timori
condivisi.
Intravvediamo il
rischio che tanta leggerezza ed approssimazione legittimino, e protraggano per
un tempo non più tollerabile, un clima di tensione che non giova a nessuno,
tantomeno alla sicurezza dei cittadini."
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