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UGO ZUCCOTTI DOPO LA LIBERAZIONE |
Questa è la storia di Ugo Zuccotti, raccontata ieri dal figlio a due compagni della nostra sezione. " Mio padre è nato il 16 gennaio del 1921 a Marcignago. Al suo ritorno dal fronte dei Balcani, dopo l'8 settembre, viene contattato da Attilio Corona e Antonio Fortuna, entrambi comunisti, con i quali era già stato in rapporti. Fortuna, in particolare, era stato tra i combattenti della guerra di Spagna e aveva maturato un'esperienza militare nella Resistenza francese.
Mio padre viene incaricato di costruire una rete clandestina nelle campagne pavesi e si mette al lavoro per organizzare piccole cellule combattenti a Borgarello, Cascine Calderari [dove vivevano i suoi ] Samperone, Vellezzo Bellini, Marcignago, Bereguardo, Torre d'Isola, zona Chiozzo e zona Cravino di Pavia. Vi fanno parte soprattutto giovani renitenti alla leva che svolgono azioni di sabotaggio e recuperano armi e munizioni. Nonostante l'enorme difficoltà dovuta all'arresto, nel gennaio del '44, di quasi tutti i componenti del CLN di Pavia, i piccoli gruppi di resistenti nelle campagne riescono a mantenere la propria struttura operativa. Mio padre Ugo, che in Brigata era chiamato Ivan,
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TESSERINO PARTIGIANO di UGO ZUCCOTTI detto IVAN |
era in contatto di Giuseppe Abbati e con Luigi Fragnani. Al termine dell'estate '44 le piccole formazioni sparse si uniscono nella Brigata Garibaldi SAP 168°, intitolata poi al giovane Costantino Muzio, fucilato dai nazi fascisti al bivio Vela di Pavia. I responsabili della 168° erano Antonio Astolfi, Emilio Cambieri, Antonio Fortuna e appunto mio padre. La 168° aveva allestito un autentico arsenale a Cascine Calderari di Certosa. Qui, probabilmente a causa di una spiata, verrà effettuato un rastrellamento nazifascista nel novembre del '44. Mio padre, con Cambieri e un altro compagno - mi pare si chiamasse Stoppini - riesce a scappare e ad arrivare a Pavia dove si confonde nella gran massa di operai che andavano a lavorare alla Necchi.Il rastrellamento di novembre assesta un colpo terribile alla compattezza della Brigata. Mio papà, però, da Pavia riuscì avventurosamente a passare il Po e ad unirsi ai partigiani nella zona di Montalto nel gennaio del '45. Parteciperà poi agli ultimi scontri per la liberazione di Milano. Che dirvi? Io non ho dimenticato nulla. E vorrei che la memoria di uomini come mio padre non venisse smarrita. PERCHE' RESISTERE E' UN VERBO CHE SI DECLINA SEMPRE AL TEMPO PRESENTE"
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