Ciò che colpisce dell’intervista rilasciata da Rodolfo Faldini in merito alle sue preoccupazioni inerenti la malattia da virus Ebola (e alla prevenzione sul nostro territorio) è – in primo luogo – la grossolanità e l’imprecisione delle notizie che lui stesso riporta.
Parla di 9000 contagi e 4000 morti, ma questi dati risalgono a Settembre/Ottobre: l’ultimo report dell’OMS (3 Dicembre 2014) parla di 17145 contagi e 6050 decessi. Parla di viaggiatori provenienti dalle aree a rischio citando Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria: in Nigeria, tuttavia, l’epidemia è terminata da diverse settimane (la Nigeria è “Ebola free” dal 20 Ottobre 2014). Parla di termometri forniti al personale aeroportuale, ma non esplicita il fatto che non esistono voli diretti dai Paesi colpiti verso i nostri aeroporti (lo ricorda invece il Ministero della Salute). Parla di monitoraggio delle persone provenienti dalle aree coinvolte nell’epidemia, ma se si riferisce a chi arriva in Italia attraverso il Mediterraneo partendo dalle coste nordafricane con imbarcazioni “di fortuna”, commette un ennesimo errore: il virus Ebola ha tempi di incubazione così rapidi (21 giorni al massimo) che nessun essere umano potrebbe arrivare vivo alle coste della Libia o della Tunisia partendo dai Paesi colpiti per cercare di arrivare in Europa (infatti i Paesi nordafricani che si affacciano sulle coste del mediterraneo sono “Ebola free”).
Pone delle domande, inoltre, che sostanzialmente si riconducono al quesito: “Cosa si sta facendo?”
E le pone al Sindaco di Pavia. Se l’intervistato vuole avere informazioni (sarebbe il caso) aggiornate e corrette in merito all’epidemia da virus Ebola può consultare i siti del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità, e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Se l’intervistato vuole avere informazioni riguardo alle procedure finora attuate su tutto il territorio nazionale può chiedere a un medico di sua fiducia che si occupi di Continuità Assistenziale, 118, Pronto Soccorso: vengono costantemente aggiornati ed informati dal Ministero della Salute.
Ogni cittadino può accedere alle fonti – attendibili – sopra citate. Lo può fare anche il Consigliere Faldini, ed effettuare una valutazione personale della situazione in merito alle risposte ottenute. “Cosa è necessario fare ancora per i cittadini?”, chiede inoltre. La risposta è semplice: per il momento nulla, se non continuare a seguire l’evoluzione dell’epidemia, e questo è compito del Ministero, delle ASL, degli operatori sanitari. Una cosa però va certamente NON fatta: DISINFORMAZIONE.
Se si parla di salute pubblica, si citino dati corretti, e si citino le fonti dalle quali questi dati sono stati attinti. Se si parla di salute pubblica, ci si rivolga anche – ma non solo! – al Sindaco, perché gli attori principali della salute sul territorio sono i medici, gli infermieri, gli operatori di ogni qualifica che studiano e si aggiornano per poter operare con competenza. Se si parla di salute pubblica, lo si faccia con competenza, onestà intellettuale e trasparenza, perché questo è il minimo requisito per poter contribuire positivamente al benessere collettivo.
Viceversa, essendo stata la domanda rivolta direttamente, e solamente, al Sindaco… viene da pensare che si tratti di un’intervista a scopi politici, e che – da parte del consigliere intervistato – ci sia ben poco interesse nei confronti del benessere della popolazione del proprio territorio (infatti, invece di informarsi correttamente ha pubblicamente rivolto una serie di domande ad una persona che non è un professionista della sanità, pur avendo egli un ruolo ed una responsabilità precisi).
Sarebbe auspicabile che i politici si occupassero di salute pubblica in modo corretto, senza strumentalizzazioni, senza “usare” come argomento una patologia che dal Dicembre 2013 sta causando decessi ogni giorno in una regione già povera e disagiata.
Che se ne occupino, di salute pubblica: ben venga.
Ma che non lo facciano per il proprio tornaconto politico: questo è, semplicemente, intollerabile, perché dall’altra parte non c’è in gioco una “pergamena” (o quel che rappresenta in senso lato) ma la salute delle persone.
Sono già tanti i politici che parlano in modo scorretto e fazioso di medicina e di salute pubblica. Che lascino stare. L’ignoranza è una pessima patologia, è assai contagiosa, e – ad oggi – ha causato in Italia molti più decessi di quanto abbia fatto il virus Ebola.
Oppure che continuino, ma che lo facciano in modo esplicito. Se qualcuno vuole fomentare razzismo, se vuole attaccare un avversario, se vuole avere visibilità… che parli di Ebola, nel modo in cui gli è più comodo. E’ un argomento agevolissimo e assai redditizio.
Che si prepari però a pagare le terapie a tutti gli ammalati delle sue stesse manovre: l’ignoranza, il razzismo, la disinformazione hanno costi di cura molto elevati. Molto più elevati della corretta educazione ed informazione sanitaria; piace infine ricordare che, ammesso che i politici se lo siano scordato, quest’ultima necessita di investimenti in termini di tempo e danaro pubblico. Anch’essi vanno rispettati. Anch’essi.
Fonti:
http://agipapress.blogspot.it/2014/12/pavia-faldini-lista-civica-quale.html
http://www.who.int/csr/disease/ebola/situation-reports/en/
http://www.epicentro.iss.it/problemi/ebola/ebola.asp
http://www.salute.gov.it/portale/p5_1_1.jsp?lingua=italiano&id=184
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