Il nostro comunicato : ragioni specifiche e ragioni generali ci inducono a schierarci con il Sì nell'imminente Referendum del 17 Aprile.
A
ridosso del Vertice sul Clima tenutosi a Parigi, dove 192 paesi hanno
preso considerevoli impegni a fronte di generici impegni nazionali,
obiettivi che, tra l'altro, dovranno essere rivisti al rialzo già dal
2020, ci pare che le ragioni dell'ambiente siano sempre più sottostimate
e relegate ai margini dell'agenda politica.
Sarebbe
necessario da oggi, qui ed ora, mettere in atto un piano di vera e
propria transizione energetica all'insegna dell'efficenza e delle fonti
rinnovabili, un piano di riconversione ecocompatibile dei processi
produttivi e dei correlati consumi.
Questa
una delle possibili strategie di uscita dalla crisi assieme ad un altro
governo dell'economia che spezzi l'esiziale assolutismo del mercato,
unica premessa per una sostanziale democrazia. Il cambiamento climatico
sta deragliando verso il disastro, a dispetto di ogni rozzo
negazionismo, ed il cambio di direzione è più che mai obbligatorio.
Le
ragioni specifiche, oltre il dovere civico eluso e mortificato dal
segretario-capo del governo, riguardano le scadenze delle concessioni,
che perlopiù vengono procrastinate solamente per rimandare sine die i
regolari smantellamenti.
La
concessione vincolata e regolata temporalmente ci sembra il minimo
della trasparenza in un comparto ove domina l'indifferenza al degrado
ambientale, con forte impatto su turismo, pesca e agricoltura,
l'indifferenza alla salute dei cittadini e dove la corruzione ed il
deficit di democrazia è storia documentata affetta da continue
recidive.
Un
programma di riconversione energetica, come dicevamo, potrebbe creare
decine di migliaia di nuovi occupati ed eviterebbe ad una economia di
fossili ed idrocarburi di fare del nostro paese un terminale e deposito
in conto terzi deturpando il nostro territorio con trivelle, stoccaggi e
gasdotti.
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