martedì 24 febbraio 2015

RIFORMA DEL SENATO ERA ED (E') UNA QUESTIONE DEMOCRATICA



Passata quasi in un assordante silenzio, la riflessione posta sabato 21 febbraio a Torino nel convegno nazionale dell’ANPI su “Legge elettorale e riforma del Senato” deve viceversa diventare l’occasione cruciale per una ri-presa di parola da parte dei cittadini e delle forze politiche che declinano l’antifascismo come lessico fondante di una democrazia che non voglia abdicare sé stessa, contraendo i propri margini di rappresentanza, ma voglia ri-tornare ad essere il luogo vivo e partecipato del Paese.


Come ha ribadito il Presidente Nazionale dell’ANPI a Torino, la legge elettorale, la riforma del senato e lo stesso jobs act sono segnali allarmanti di un disegno che sembra avere come obiettivo quello della decapitazione della democrazia e della rappresentatività, immolate sull’altare della governabilità, che tutto sacrifica in ragione del discutibile criterio della velocità decisionale.

In primo luogo, la formazione di una Camera, dove quasi due terzi dei componenti siano “nominati” non garantisce quella rappresentatività popolare cui i cittadini hanno diritto per norme costituzionali.

In secondo luogo, la “marginalizzazione” del Senato, quale Camera elettiva prevista nella Costituzione, insterilisce sia il sistema della rappresentanza sia il contesto di poteri e contropoteri necessario in ogni Paese civile.

In terzo luogo, la fascinazione esercitata dal risparmio che verrebbe ottenuto con la riduzione del numero dei senatori, ci lascia raggelati, rafforzando in noi, semmai, la convinzione che l’identico risultato potrebbe essere raggiunto con la riduzione dei numero complessivo dei  parlamentari.

“Noi abbiamo della democrazia un'idea che si basa non sul vincere, ma sul con-vincere, all'opposto di chi pensa che chi vince prende tutto e decide indisturbato" ha ribadito a Torino Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale.

Noi sottoscriviamo queste parole, associandoci alla preoccupazione del Presidente Nazionale Smuraglia per la crescente riduzione della soglia democratica nel Paese, che si nutre di rassegnato silenzio e di inquietante indifferenza.

La "Legge elettorale e riforma del Senato: era (ed è) una questione democratica”, abbiamo detto a Torino.


Per questo, chiediamo a tutti i democratici, dentro e fuori i partiti, di scrollarsi di dosso apatie e conformismi per sostenere i connotati essenziali della democrazia, facendosi essi stessi soggetti attivi della necessaria rigenerazione della politica. Chiamata, oggi, non domani, a ri-mettere al proprio centro una intransigente eticità,  quale valore fondate della Repubblica, duramente appreso nei venti mesi della lotta di liberazione nazionale.

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