Riceviamo e pubblichiamo una bella riflessione di Ferruccio Quaroni ( iscritto ANPI sezione Giuseppe Pinelli/Borgo Ticino) che vi proponiamo in lettura.
"Alcuni anni fa Adelphi ha ripubblicato
“Tecnica del colpo di Stato”, libro controverso di un autore controverso,
Curzio Malaparte. Lo riprendo in mano, in questi giorni, e mi suscita qualche
riflessione che vorrei condividere con quanti avranno la pazienza di leggermi.
Il libro, dato alle stampe nel
1931, costò all’autore l’incarceramento ed il confino, venne proibito in Unione
Sovietica e, addirittura, dato alle fiamme nella Germania hitleriana. Il testo,
rispetto al nazismo, soffre dei limiti di una stesura avvenuta quando la dittatura
non si era ancora pienamente espressa con tutta la brutalità successiva ed
indulge ad un giudizio su Hitler presentato solo come brutta copia di
Mussolini.
Al di là di questo, però, va
invece sottolineata, insieme ad una scrittura piacevole ed avvincente dei fatti
storici, in particolare quelli relativi alla presa del potere dei soviet, la
dimensione di attualità delle riflessioni sulla attuazione del “colpo di
Stato”. Malaparte sottolinea come la riuscita dell’impossessamento del potere
statale da parte di una minoranza sia, appunto, frutto di una “tecnica” precisa
e non di fatti storici e politici che pure compongono il quadro di riferimento
generale delle vicende.
I casi di Trotzki e di Mussolini, a suo parere,
testimoniano appunto come la conquista dell’apparato statale avvenne su un
terreno delle tecniche concrete, della formazione di un nucleo operativo
motivato, coeso e privo di scrupoli e della capacità di occupare le centrali
nevralgiche dell’economia, dei trasporti, delle comunicazioni, dell’erogazione
dei servizi essenziali e primari.
Trotzki, vero realizzatore della
conquista del potere, forzò la mano ed anticipò Lenin nelle decisioni e nelle
modalità attuative: capì che si doveva evitare che uno sciopero generale
venisse gestito a favore dei socialdemocratici e dei moderati e che il futuro
controllo dei sindacati avrebbe rappresentato la chiave di volta del
consolidamento del potere. Nella Germania dei primi tempi di Weimar, infatti,
il tentativo di presa del potere dei nazionalisti del 1920 venne sventato
proprio grazie allo sciopero generale sostenuto dal cancelliere
socialdemocratico Bauer. Il caso del fascismo viene trattato con una
riflessione sulle dinamiche del “biennio rosso” e sulla capacità avuta da
Mussolini di spezzare, appunto, la forza sindacale, prima ancora di quella dei
partiti di massa (i socialisti ed i comunisti innanzitutto) in modo da sventare
il piano di Giolitti di giocare la carta della mobilitazione dei lavoratori
organizzati per arginare il movimento eversivo. Il successivo inserimento dei
fascisti nel Blocco Nazionale alle elezioni del 1921 ebbe solo il risultato di
illudere i moderati di avere ingabbiato il fenomeno. I fascisti scelsero però
la strada di non appiattirsi sulle dinamiche parlamentari con i pochi deputati
eletti, ma di continuare la loro strategia aggressiva e di consolidamento
organizzativo per la presa del potere.
A parere di Malaparte il fascismo
aveva già vinto tra il 1920 ed il 1921 con la distruzione pressoché totale
della struttura sociale, cooperativistica e di solidarietà delle forze di
sinistra e, in parte, di quelle cattoliche: la strada era spianata con
l’utilizzo di una tecnica ben studiata e calibrata. La riflessione da farsi è quella che occorre
sempre storicizzare e contestualizzare i fatti ed i fenomeni. Se è pur vero che
le cose non si ripetono mai nello stesso modo, un ragionamento va fatto, anche
oggi, sull’indebolimento delle organizzazioni storiche dei lavoratori, sulla
totale scomparsa dei tradizionali partiti di massa, su prassi comunicative e
propagandistiche che, utilizzando deformazioni della verità e palesi falsità,
creano sensi comuni errati e pericolosi e, ovviamente, sull’allontanamento
generale delle persone dalla partecipazione e dal protagonismo vero ed effettivo,
che non può essere quello dei social…
Perciò anche il discusso
Malaparte può essere utilizzato per utili scopi: più in generale bisognerebbe
semplicemente tornare a leggere e documentarsi maggiormente sulle fonti e le
testimonianze piuttosto che nel mondo dei media e della virtualità."
Ferruccio Quaroni ( sezione ANPI
Pavia Giuseppe Pinelli/ Borgo Ticino)
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