lunedì 13 luglio 2015

LA GRECIA E LA SCELTA DI CAMPO DEMOCRATICA





Riceviamo e pubblichiamo con piacere una riflessione di Marco Sannella ( Direttivo sezione ANPI Onorina Pesce Brambilla ) sulla situazione della Grecia
"Il Presidente nazionale dell’ANPI Carlo Smuraglia si augura, in un recentissimo intervento sulla crisi greca, che il socialismo europeo possa ritrovare la sue radici, improntate ad eguaglianza e “sensibilità” sociale, non limitandosi a ratificare rigore ed austerità.
Il Presidente Smuraglia ha colto uno degli aspetti chiave dell’attuale vicenda, l’eclisse totale, il fallimento della Socialdemocrazia; alla luce di quelle che furono la sue radici, ovviamente.

Reciso, quindi, ogni legame coi movimenti operai e democratici il socialismo europeo ha fatto proprie, negli ultimi decenni, le ragioni delle Oligarchie europee, dei Sovrani della Troika e delle economie nazionali più forti ed aggressive, facendosi interprete di un articolato processo di ristrutturazione sociale radicale; per intenderci, di un processo ancora in atto che prevede il superamento totale e la sostituzione del modello sociale postbellico, che sotto la pressione dei movimenti democratici e dei lavoratori organizzati si era incentrato in un’ottica inclusiva, Welfare pubblico con contenimento delle sperequazioni, con un modello neo oligarchico ove ha funzione direttiva e plasmatrice la “giustizia dei mercati globali”, modello che esaspera la coppia povertà pubblica e ricchezza privata.
In poche parole la (ri)nascita di un’Europa delle caste refrattarie ad ogni democrazia sostanziale. Un progetto trasparente e coerente che rovescia non solo il sogno e la realtà della stagione dei diritti conquistati negli anni del conflitto sociale, ma rovescia pure le più genuine aspirazioni dei nostri costituenti. La giustizia sociale come un desueto feticcio e qualche dispiacere nel dilagare della disoccupazione funzionale alla concentrazione delle ricchezze.
Un’Eurozona, tra l’altro, sorda ed incapace di affrontare le guerre ai suoi confini, con il suo carico di profughi, diseredati e migranti.
Non stupisce allora l’indecente e vergognoso atteggiamento del presidente del parlamento europeo, con nessuna richiesta di dimissioni, relativa al referendum di Atene, le prese di posizione del vicecancelliere socialdemocratico Sigmar Gabriel, più oltranzista della stessa Merkel, sino all’esplicita dichiarazione del ministro Padoan che sottolinea “non è l’Europa che sta facendo fallire la Grecia, ma caso mai le scelte del governo greco”, chiaro ed estraneo all’orizzonte di furbizia che caratterizza il nostro Presidente del Consiglio, chiaro nel ricondurre il problema ad un problema politico, il problema è Tsipras, il blocco sociale che va delineandosi in Grecia, soggetti in carne ed ossa che hanno innescato concretissimi conflitti contro una pretesa ragion pura economica, in realtà contro gli assetti antidemocratici, contro la possente regressione in atto nell’odierna Europa.
Per chi ha a cuore sensibilità democratica e sensibilità sociale la scelta di campo è evidente, la lotta senza quartiere al modello sociale che, grazie alla crisi, sta strutturandosi parte oggi dalla Grecia, chissà forse domani ci sarà anche la Spagna. La tecnocrazia europea l’ha capito."

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