sabato 13 settembre 2014

STORIA DI VILLA TRISTE, PAVIA '43-'45



Accade talvolta che la memoria partigiana accomuni con uno stesso nome simbolico luoghi geograficamente diversi, ma riconducibili tutti ad una stessa storia di orrore e di morte. E “Villa Triste” fu il nome popolare che stava ad indicare i luoghi dove nazisti e repubblichini torturavano partigiani e antifascisti.C'era una Villa Triste a Roma, Genova, Trieste, Milano (foto)


 
Anche Pavia ebbe la sua Villa Triste, tristemente nota al pari delle altre per la barbarie e la ferocia impiegate negli interrogatori per costringere a parlare chiunque fosse anche solo sospettato di parteggiare per “sovversivi” e “ribelli”.
La Villa Triste della nostra città era ubicata all'inizio di via Santa Maria alle Pertiche all'angolo con i giardini di piazza Castello al numero 27, dove oggi si trova il condominio Castello Visconteo.
Il giornalista Sisto Capra, in un articolo del maggio 1997 sul quotidiano locale, ha ricostruito la storia di questo luogo sinistro, la cui collocazione e la cui funzione, purtroppo, oggi non sono ricordate neppure da una targa.
La storia della palazzina, diventata Villa Triste, inizia nel 1920 sull'area dell'ortaglia dell'ex convento di Santa Chiara di proprietà del milanese sig. Ercole Bareggi, che vi fece costruire un palazzo signorile a due piani, sobrio ma elegante al tempo stesso.
Ne venne cacciato da tedeschi e repubblichini nel ’43.
Seguiranno due anni di orrori, tali da circondare la villa da una mortifera fama e da segnarne il destino.
All’ interno della palazzina, come risulta da numerose testimonianze, si consumeranno vicende atroci di lunghe torture, perpetrate su antifascisti e patrioti pavesi, prima della loro traduzione in altri carceri o della deportazione nei lager. 
Dopo la guerra, Ercole Bareggi ritornò in possesso della sua casa. Ma gli fu impossibile continuare ad abitarla.
Nel 1955 decise di vendere all'impresa di costruzioni Vaghi di Pavia.
Villa Triste venne demolita e su progetto dell'ing. G. Calvi e dell'arch. G. Massari, l’area venne edificata con i condomini che oggi vediamo.

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